COSTA OVEST
 
ANNUAL #1

 

 

LA GRANDE BATTAGLIA CONTRO GLI Z’NOX

 

CAPITOLO 6

 

Di Carlo Monni (con la pregevole collaborazione di Fabio Volino)

 

I Vendicatori creati da Stan Lee & Jack Kirby

I Vendicatori Costa Ovest creati da Roger Stern & Bob Hall

Gli Z'Nox creati da Dennis O'Neil e Neal Adams

Supervisione: Fabio Volino

Stan Lee/Jack Kirby/Roy Thomas space operators

 

 

PROLOGO

 

 

            Arriva dallo spazio profondo: un’intera flotta di navi aliene addirittura più imponente e terrificante a vedersi rispetto a quella marziana che solo poco più di un anno fa ha terrorizzato e devastato il mondo. Riempiono I cieli di tutto il mondo. New York, Boston, Los Angeles, San Francisco, Londra, Parigi, Sidney, Slorenia: ovunque le loro sagome minacciose appaiono, araldi di una morte annunciata.

            Il loro nome è Z’Nox ed il loro unico scopo è l’asservimento di tutto ciò che vive.

            Nello spazio tre uomini in armature ultra tecnologiche fanno del loro meglio per opporsi alla loro avanzata, ma è come cercare di vuotare l’oceano con un bicchiere. Eppure non cedono e, sebbene non possano saperlo, non sono soli. In tutto il mondo tutti coloro che hanno superpoteri, così come coloro che non ne hanno, fanno del loro meglio per opporsi all’invasione, se falliranno sarà la fine della Razza Umana.

            E se a New York coloro che si fanno chiamare Vendicatori lottano coraggiosamente, possono i loro compagni di Los Angeles essere da meno?        

 

 

1.

 

 

            Considerato il tipo di vita che conducono i suoi occupanti, non è per nulla strano che un’ala della grande villa padronale della tenuta che funge da Quartier Generale della Sezione Costa ovest dei Vendicatori sia stata adibita ad infermeria, un luogo che al momento ha una sola occupante: Wanda Maximoff, alias Scarlet.

            È venuta qui con uno scopo nobile: tentate di usare i suoi poteri per curare la patologica condizione per cui Miguel Santos, il Fulmine Vivente, è costretto nella forma di pura energia elettrica, condizione a cui sinora solo una speciale tuta di contenimento riesce ad ovviare. Purtroppo, mentre Wanda tentava di operare il suo piccolo miracolo su Miguel qualcosa è andato storto, c’è stata una specie di ritorno di fiamma e Wanda è crollata al suolo svenuta.[1]

            Trasportata nella piccola infermeria è ora sotto osservazione da parte di un gruppetto di  compagni Vendicatori composto da: Starfox, Polaris e D-Man, per non parlare di Greer Grant Nelson.

-Qual è la diagnosi?- chiede D-Man a Starfox che sta seguendo i tracciati di alcuni monitor.

-Prima di tutto io non sono un medico e le mie competenze di fisiologia femminile sono limitate ad altri campi, se vogliamo dire così. Ho qualche piccola esperienza con gli strumenti diagnostici di Titano, ma è  poca roba, amico Dennis…- risponde Eros -… tuttavia, se interpreto bene questi strumenti terrestri, allora direi che Wanda è semplicemente svenuta senza cause apparenti. Probabilmente il nostro amico Hank Pym, che è… com’è che si dice?… Un biochimico, giusto? Ne capirebbe di più, la sola cosa che posso dire io è che in lei ribollono energie che sono quasi oltre le capacità di misurazione di questi strumenti.-

-Effetto dei suoi poteri mutanti?- interviene Polaris.

-A dire il vero, non saprei. È possibile che siano legati al feto che porta in grembo… i valori sembrano…-

            Le parole di Starfox sono interrotte da un sibilo lacerante, mentre tutti i suoi strumenti di rilevazione sembrano impazzire ed una luce cremisi si diffonde dal corpo di Wanda.

-Ma co…- riesce appena a dire l’Eterno di Titano.

            C’è bisogno d’aiuto, pensa Lorna Dane e si precipita nella vicina stanza dei monitor dove She-Hulk ed il Fulmine Vivente sono in videoconferenza con la Visione, che si trova nella sede di New York.

-Venite, presto!- esclama Polaris -Subito!-

Jennifer Walters e Miguel Santos si precipitano e quel che vedono li lascia senza fiato.

 Scarlet si è risvegliata ed attorno a lei c'è un'aura cremisi, ma è il suo sguardo ciò che colpisce di più. She-Hulk ha già visto questo tipo di sguardo, sperava di non rivederlo più.

-Wanda, Wanda, mi riconosci?- la scuote Greer Nelson -Sono io, la tua vecchia amica Greer.-

Starfox le posa una mano sul collo, ma senza risultato.

-Niente, i suoi livelli di adrenalina sono troppo...-

Eros non riesce a completare la frase: improvvisamente dei raggi di energia mistica prorompono dalle mani di Scarlet e vanno a colpire Greer, Starfox ed un atterrito D-Man, i quali sbattono con violenza contro una parete.

Poi Wanda Maximoff si libra in aria, sempre circondata dalla sua aura cremisi, fissa in volto gli altri Vendicatori, poi grida:

-Z'Nox!-

            Poi, di colpo come si era formata, l’aura cremisi si dissolve e Wanda ricade verso il suolo, prontamente afferrata dalle forti braccia di D-Man.

-Sta… sta bene?- chiede Miguel mentre Dennis Dumphy la deposita gentilmente sul lettino.

-Il battito ed il respiro sono regolari adesso.- conferma D-Man -Qualunque cosa fosse quell’effetto, ora è cessato: ha di nuovo perso i sensi.-

-Cos’è che ha urlato?- chiede Greer. –L’avete capito?-

-Una parola strana, non sono sicura…- risponde She-Hulk.

-Z’Nox.- interviene Polaris scura in volto –Ha detto Z’Nox.-

-E che significa?- chiede D-Man. –E perché anche se non l’ho mai sentita prima la trovo inquietantemente familiare?-

-Pericolo.- è la sintetica risposta di Lorna Dane –Pericolo per tutta la razza umana.-

 

            Il nome della signorina è Patricia Starr, ma gli amici la chiamano Trish ed un tempo, quando era una famosa top model, questo era il nome che appariva sulle copertine. Nella sua  breve vita non le sono mancate esperienze dure: suo zio era il supercriminale chiamato Testa d’Uovo ed è per colpa sua che in un attentato ha perso un braccio e forse è sempre il suo bizzarro retaggio familiare che l’ha portata a trovarsi coinvolta con un certo numero di supereroi, tra cui il Nottolone, suo ex boyfriend, Hulk e naturalmente Henry Pym, meglio noto come Calabrone. Si sono rivisti di recente[2] e lui ha promesso di farle avere un braccio bionico. Hank è un uomo buono e gentile, ma tormentato da demoni interiori che più di una volta hanno minacciato di consumarlo. A volte Trish pensa che nutra per lei un interesse quasi paterno, altre volte, invece si chiede se non potrebbe essere qualcosa di più.

            Mentre Trish riflette, la sua attenzione è attratta dalla TV: sta emettendo scariche elettrostatiche. Strano: che ci sia una qualche specie d’interferenza? Eppure il cielo è limpido come sempre nella California meridionale[3] e non ci sono tempeste all’orizzonte… oppure si?

 

            Nel salone delle riunioni è She-Hulk, leader durante l’assenza di Calabrone,[4] a prendere la parola:

-Chi sono questi Z’Nox, Lorna? Confesso che il nome mi suona familiare, forse ne ho letto qualcosa sul database dei Vendicatori, ma francamente non ne ricordo quasi niente. Tu, invece, sembri saperne molto.-

-So tutto quello che serve sapere.- risponde Polaris con voce tesa e preoccupata –Io c’ero quando cercarono di conquistare la Terra la prima volta. Accadde circa 10 anni fa e furono gli X-Men a contrastarli allora.[5] Gli Z’Nox sono una razza aliena spietata come poche, perfino più dei Badoon. Vivono solo per la conquista e la loro tecnologia è così avanzata che sono stati in grado di spostare il loro stesso pianeta nello spazio ed usarlo sia come mezzo di trasporto, che come arma definitiva. La loro strategia consisteva nello spostare il loro pianeta fino a farlo avvicinare al mondo designato come preda. A questo punto la stessa vicinanza del pianeta Z’Nox avrebbe sconvolto il delicato equilibrio dell’ecosistema del bersaglio causando sconvolgimenti inimmaginabili a livello planetario, mentre i macchinari Z’Nox avrebbero protetto il loro pianeta dallo stesso fato. Una volta finito tutto, gli Z’Nox sarebbero scesi sul pianeta bersaglio depredando tutto il depredabile e portando via i sopravvissuti come  schiavi.-

-Si, su Titano sono giunte voci sugli Z’Nox.- conferma Starfox –Io non c’ero all’epoca, ma ho udito il racconto di quando il pianeta Z’Nox passò accanto a Saturno causando tempeste elettromagnetiche sulla sua superficie ed altri sconvolgimenti che colpirono in misura minima anche Titano, che è una delle sue lune. Non eravamo noi l’obiettivo o avremmo dovuto affrontare un disastro che per una volta nella storia del mio popolo non sarebbe stato causato dal mio pazzo fratello Thanos.-

-Tutto questo es muy interesante… molto interessante, Polaris…- interviene il Fulmine Vivente -… ma visto che siamo qui a parlarne, è chiaro che l’invasione di allora fallì. Come riuscirono gli X-Men a sconfiggere questi Z’Nox?-

-Fu un’idea del Professor X…- spiega Lorna -… riuscì ad unire praticamente tutte le menti della Terra in un’unica coscienza collettiva ed usando le mie energie magnetiche ed i poteri di Jean Grey per amplificare la sua potenza e convogliarla in un colpo psionico di enorme potenza che colpì tutti gli Z’Nox con l’unica emozione che non potevano sopportare, perché ne erano del tutto privi: la compassione. Piuttosto che soccombere ad un’onda mentale che li stava privando della loro stessa brama di conquista, gli Z’Nox preferirono scappare ed abbandonare il loro piano.-

-Questo spiega molte cose.- commenta Jennifer Walters –Ad esempio perché tutti inconsciamente troviamo familiari gli Z’Nox pur non avendoli mai incontrati. Quindi per sconfiggerli ci occorrerebbe un telepate di alto livello ed una fonte di energia di livello cosmico o giù di li? Beh, per i telepati possiamo contattare gli X-Men, a loro non mancano di certo e per la fonte di energia cosmica, abbiamo solo l’imbarazzo della scelta.-

-Ho paura che non sarà così facile.- replica Lorna –Temo che se gli Z’Nox hanno avuto il coraggio di tornare, questo voglia dire che hanno scoperto una difesa contro questo tipo di attacco.-

-Sempre ottimista, eh, capelli verdi? Vorrà dire che se è così, allora gliele suoneremo alla vecchia maniera.-

-Noi contro un mondo di migliaia, se non milioni di anni più avanzato della Terra? Questo sì che è ottimismo She-Hulk.-

-Hai forse paura, Polaris?-

-Io? No di certo: farò la mia parte sino in fondo.-

-Questo è parlare. Bene: ora contattiamo i nostri compagni dell’Est e non dimentichiamoci degli X-Men. Dopotutto non sappiamo quanto tempo ancora ci rimane.-

            Molto poco, She-Hulk, molto poco.

 

 

2.

 

 

            Il compito della stazione spaziale internazionale Starcore II è studiare l’attività del Sole ed il Sistema Solare in genere. Di solito la vita a bordo della stazione è abbastanza regolare e per certi versi noiosa, ma oggi qualcosa sta per cambiare ed i primi ad accorgersene sono due scienziati, uno inglese e l’altro russo:

-Dimitri, guarda questi rilevamenti e dimmi se ho preso un abbaglio.-

-Direi proprio di no, Hilary, anche se quello che vedi mi sembra proprio impossibile… Dottor Corbeau… venga a vedere, subito!-

            Peter Corbeau è un genio dell’astrofisica, vincitore del Nobel e creatore del progetto Starcore. Questa stazione spaziale, così come quella che l’ha preceduta, è casa sua più della sua vera casa. Quando sente l’urgenza nella voce del suo collega, si precipita nella sala rilevamenti senza perdere tempo.

-Guardi qui Dottore…- gli dice Dimitri Suvarov.

-Mio Dio!- esclama Corbeau -Ma è…è…-

-… un pianeta della grandezza di Plutone…- conclude per lui Hilary Bray -… e si muove nello spazio. È entrato da poco nel Sistema Solare ed alla velocità che sta tenendo gli ci vorranno solo poche ore per arrivare troppo vicino alla Terra.-

-Presto.- incita Corbeau –Dobbiamo avvisare lo S.H.I.E.L.D., i Vendicatori, il Consiglio di Sicurezza e chiunque altro vi venga in mente… E se avete dei parenti sulla Terra vi consiglio di approfittare dell’occasione per salutarli, potreste non avere più l’occasione di farlo… dopo.-

 

            Prima ancora che il pianeta vagante sia abbastanza vicino al suo obiettivo da influenzarlo, dalla sua superficie si staccano decine, centinaia, forse migliaia di astronavi pesantemente armate. Il loro obiettivo: la Terra.

 

            Lo Starcore trema: ora il pianeta è abbastanza vicino da far sentire la sua forza gravitazionale. Lentamente, ma inesorabilmente la rotta prestabilita muta, mentre la stazione viene attratta dal pianeta.

            All’interno, dopo un attimo di smarrimento Corbeau ed il suo equipaggio si mettono al lavoro nel tentativo di sfuggire alla morsa che li sta attirando.

            Hanno poche speranze di farcela, ma Corbeau non perderà un’altra stazione spaziale, non senza lottare con le unghie e coi denti fino al suo ultimo respiro.

 

 

3,

 

 

            Il Quartier Generale del Dipartimento dello Sceriffo della Contea di Los Angeles si trova in una moderna palazzina nella cittadina di Monterey Park. Da parecchi anni ed almeno 4 rielezioni consecutive a capo del Dipartimento c’è un uomo che ha dedicato tutto se stesso alla difesa della società dal cancro chiamato crimine e che da qualche tempo medita di andarsene in pensione. Ad essere onesti, la legge e l’ordine non sono il solo pensiero dello Sceriffo Morris Walters: c’è anche l’affetto per sua figlia Jennifer, una ragazza in gamba che il destino ha dotato di poteri straordinari e poi c’è una donna. Un tempo Morris avrebbe detto che era impossibile che potesse innamorarsi ancora dopo la morte di Elaine, ma poi ha conosciuto Louise Mason, una vedova anche lei ed anche lei pensava che sarebbe rimasta sola per sempre. L’ironia è che Louise ha un’età per cui potrebbe essere sua madre, se non fosse che una bizzarria del caso l’ha ringiovanita fino all’età di 35/40 anni circa. Capita quando si frequenta il giro dei supereroi e pur essendo priva di superpoteri, Louise Grant Mason ha fatto parte di quella comunità, perché tra il 1946 ed il 1949 è stata l’avventuriera in costume di nome Fantasma Biondo. Strane conoscenze, vero? Capita quando si è padre di She-Hulk e zio dell’incredibile Hulk e di certo Morris avrebbe preferito una vita più tranquilla.

            Davanti a lui Louise sta mangiando un hamburger.

-Dovresti starci attenta con quelli, Wheezie, lo sai che tendi ad ingrassare.- le dice.

-Oh, Moe, non sei divertente quando fai così.- replica lei -Non preoccuparti, però, so come tenermi in forma: faccio palestra tutti i giorni. Da quando sono tornata giovane non voglio sfigurare con i miei vecchi amici  e amiche a cui è capitata la stessa cosa.-

-A me vai bene così come sei, Wheezie. Lo sai che mi piacciono le donne un po’ in carne.-

-Morris Walters, questo era forse un complimento?-

-Può darsi, donna, può darsi.- risponde Morris sorridendo.

 

            Spazio. Mancano ancora centinaia di migliaia di miglia, forse più quando le relativamente piccole ma estremamente maneggevoli astronavi Z’Nox fanno la loro comparsa ed a vederle per primi sono cinque spettatori d’eccezione in volo oltre l’atmosfera terrestre rinchiusi in armature d’avanguardia per la tecnologia terrestre.  Quattro indossano l’armatura rossa ed oro di Iron Man, la quinta, invece, quella nera ed argento di War Machine.

<<C'è qualcosa... o qualcuno... davanti a noi.>> esclama Tony Stark.

<<Quanto è lontano?>> chiede Mike O'Brien.

<<Sono più vicini di quanto pensavamo. Analizzando i dati in mio possesso mi azzardo a dire che sono proprio gli Z'Nox.>> La voce filtrata elettronicamente del miliardario inventore non dovrebbe lasciar trasparire la preoccupazione, ma è qualcosa che i più attenti tra i suoi amici percepiscono ugualmente.

 <<D'accordo, sono loro.>> afferma Carl Walker, l’unico tra i quattro a risiedere in California e ad avere un passato di supercriminale <<Come aveva detto quella tizia: facciamoli fuori e torniamo a casa giusto in tempo per vedere Celebrity Survivor.>>

<<Non sarà così semplice.>> mormora Jim Rhodes, che ha intuito i timori del suo amico.
<<Ma cosa...>> inizia Eddie March.

<<Io non immaginavo potessero essere così tante.>> C'è ansia nella voce di Tony Stark. <<Ragazzi, sono in arrivo centinaia di navi spaziali, forse superano il migliaio... e sono tutte dirette verso la Terra.>>

Il silenzio accoglie questa rivelazione, il silenzio spettrale del vuoto dello spazio. Infine Carl Walker dice:

<<Era meglio se stamattina non mi alzavo dal letto.>>

            Nessuno ha nulla da replicargli.

 

            Pochi minuti più tardi il monitor della sala comunicazioni dei Vendicatori Ovest  s’illumina ed ecco apparire il volto di Iron Man

<<Questa è una comunicazione di emergenza.>> dice il vendicatore dorato <<Gli Z’Nox stanno arrivando. Le loro astronavi sono troppe per contarle. Bisogna organizzare una difesa nel poco tempo che ci rimane.>>

            La trasmissione s’interrompe in un crescendo di scariche elettrostatiche fino  a che lo schermo si spegne del tutto.

-Pensi che gli sia accaduto qualcosa?- chiede Miguel Santos.

-Non pensarlo neppure.- gli risponde She-Hulk –Iron Man è un tipo tosto chiunque ci sia in quell’armatura  e sono certo che tutti loro se la caveranno.- Brava Jen, si dice She-Hulk, mostrati pure la solita ottimista sbarazzina, non far capire che sei preoccupata, ma perché proprio  a me doveva toccare di guidare il gruppo in questo momento? Chi ha detto che sono adatta? –Non perdiamo tempo amici: se questi Z’Nox arrivano da queste parti, dobbiamo prepararci a pestarli ben benino.-

-Contate pure su di me.-

            A  parlare è stata Aracne, appena entrata nella stanza.

-Julia!- esclama Jennifer –Sei sicura di esserti già ripresa dal tuo scontro con Alkhema?- [6]

-Abbastanza da poter fare la mia parte… e voglio farla.-

-D’accordo. Non sono il tipo adatto per fare prediche, se vuoi venire sei la benvenuta, ho la sensazione che avremo bisogno di tutto l'aiuto possibile.

            Pochi minuti dopo i Vendicatori sono già in volo. Appena in tempo, perché le prime astronavi già s’intravedono nel cielo della Metropoli.

 

 

4.

 

 

            Nell’Ufficio dello Sceriffo regna la frenesia,  se non il panico. Da parte sua Morris Walters mantiene sempre la calma.

-Si, signor Governatore, ha capito benissimo: ci sono centinaia di astronavi aliene su in cielo, si… proprio come l’anno scorso con i Marziani o quel che cavolo erano. Certo che ci farebbe comodo la Guardia Nazionale, se non ci vaporizzano prima che arrivi da queste parti, e magari anche un bel po’ d’armamento pesante già che ci siamo.-

            Lo Sceriffo riattacca senza ascoltare quello che ha da dirgli il suo interlocutore e si rivolge a due suoi aiutanti:

-George, voglio le unità SWAT in assetto anti sommossa adesso e poi gli elicotteri e…- che c’è June?-

-Pare che siano intervenuti i Vendicatori c’è una battaglia in corso a North West Los Angeles e non è tutto…-

-E allora parla, June, non ti far cavare le parole di bocca con le tenaglie, che altro c’è?-

-È stato avvistato anche Hulk, pare che stia combattendo anche lui con gli alieni.-[7]

-Magnifico, ci mancava giusto mio nipote a rovinarmi la giornata. George, voglio la mia auto pronta… cinque minuti fa.-

-Intende andare a Los Angeles signore… adesso?-

-Dovrei aspettare il 4 luglio secondo te? È la mia contea che è in pericolo e non me ne resterò indietro mentre qualcuno pensa di poterla mettere a ferro e fuoco impunemente, puoi credermi.-

            E così dicendo Morris Walters s’infila la giacca, controlla che la pistola sia carica ed esce dall’ufficio, seguito da Louise Mason.

 

            Mentre si libra nei cieli Lorna Dane, altrimenti nota come Polaris, si sente davvero viva. In questo momento non è più costretta a trattenersi: tutte le sue frustrazioni possono trovare sfogo mentre il suo potere magnetico si esercita contro le astronavi nemiche respingendole oltre la baia sino all’oceano. Sollevare uno schermo magnetico che protegga sia lei che gli innocenti spettatori non è affatto difficile per una col suo potere. Se solo fosse altrettanto facile mettere ordine nella sua vita. Si è unita ai Vendicatori perché voleva dare una direzione nuova alla sua vita, ma sta ancora cercando di capire quale sia questa direzione. Ci sono giorni in cui si sente vuota, arida. Altri giorni il ricordo di Alex Summers non l’abbandona mai. È stato il primo ed unico uomo che abbia mai veramente amato, ma alla fine è stata lei a lasciarlo. Desiderava essere libera ed indipendente. Che beffa: ora che Alex è morto non avrà mai la possibilità di tornare indietro, di ripensarci, di dirgli che anche se è padrona di se, in realtà non ha niente se è sola.[8]

Polaris incanala la sua rabbia e la frustrazione verso le astronavi Z’Nox ed anche se gli invasori alieni ne fanno le spese, ciò non la fa affatto sentire meglio.

 

Il suo nome di battaglia completo è Demolition Man, ma per tutti è solo D-Man. Il suo costume è modellato su quello originale di Devil con alcuni elementi, tra cui la maschera, ispirati al costume di Wolverine, niente di molto originale, ammettiamolo.

Pochi lo capirebbero alla prima occhiata e questo, diciamolo, può essere un gran vantaggio nel suo tipo di lavoro, ma Dennis Dumphy non è il solito tipo del forzuto tutto muscoli e senza cervello. Tanto per cominciare, nel corso della sua carriera di giocatore di football[9] professionista prima e di wrestler poi, ha accumulato una discreta fortuna che ha saputo far fruttare. Diversamente dagli altri suoi compagni lui non vive abitualmente nel QG dei Vendicatori: ha una villa con piscina nelle Santa Monica Mountains sopra Hollywood dove trascorre almeno i fine settimana quando non è impegnato a salvare il mondo o cose del genere. Eppure si rende conto che da qualche tempo ha perso di vista Dennis Dumphy. C’è un uomo sotto la maschera che avrebbe una vita da vivere, una vita che si è negato per molto tempo. Dovrà pensarci quando tutta questa faccenda con gli alieni sarà finita, ma c’è anche dell’altro a cui pensare ed è stata proprio Scarlet a rammentarglielo poche ore prima:[10] i suoi amici di Zerotown. Dovrà pensare anche a loro. Se c'è una cosa che ha imparato dalla sua esperienza come partner di Capitan America è che non è mai giusto sfuggire alle proprie responsabilità.

 

 

5.

 

 

            La vita è dettata dalle circostanze: eventi apparentemente impossibili possono accadere al momento giusto, se si è in grado di sfruttarle. Normalmente, un pur avanzato popolo come gli Z’Nox avrebbe il suo bel da fare per cercare di entrare nella base dei Vendicatori Costa Ovest: ora però, grazie al caos creato dalla loro invasione che ha allontanato gli altri eroi e grazie anche a preziose informazioni ricevute da degli esseri di cui nemmeno loro hanno capito l’identità, riescono ad oltrepassare le barriere difensive senza alcun problema.

Hanno un solo obiettivo in mente: Scarlet. Quando quegli esseri hanno proposto loro di attaccare la Terra una seconda volta e gli hanno fornito i mezzi per farlo, hanno chiesto una sola condizione. Che tre persone rimanessero uccise. Poteva cascare mezzo mondo, ma queste tre persone dovevano morire. Una si trovava a New York, l’altra in Slorenia ed infine la terza a Los Angeles: non a caso le città che hanno subito l’invasione più preponderante. Gli Z’Nox sanno che non è esattamente Scarlet ciò che quegli esseri temono, ma il bambino che porta in grembo. Anche le altre due vittime predestinate sono bambini: bambini che però un giorno cresceranno e soppianteranno quegli esseri nella guida dell’Universo. Questo non deve essere permesso. Gli Z’Nox non provano compassione per la loro tenera età, non provano compassione per nulla.

In breve un manipolo di alieni si presenta al cospetto del letto dove l’eroina giace ancora in stato di incoscienza. Tutto anche troppo facile. Uno di loro estrae una pistola.

-Un solo colpo e sarà tutto finito.-

Non riuscirà mai a spararlo. Improvvisamente dal corpo di Wanda Maximoff emerge un’aura cremisi che assume una forma vagamente umanoide. E parla.

-Volete fare del male a mia madre, vero?-. Una voce asessuata, che incute una tremenda paura anche in questi spietati alieni.

L’ultima sensazione che provano: subito dopo delle raffiche mistiche partono da quest’aura e, precise, vanno a colpire ogni singolo Z’Nox. Finché di loro non rimane che un pugno di cenere.

-Non permetterò che qualcuno le faccia del male- afferma la voce prima di rientrare nel corpo di Wanda Maximoff, ignara di quanto è appena accaduto. Forse è meglio così, altrimenti la sua angoscia crescerebbe oltremisura. E solo lei sa quante ne ha passate nella sua vita: quest’altra tegola sarà molto più che una spina nel fianco. Potrebbe un giorno rappresentare la sua stessa fine.

 

            Mentre vola sopra la zona di South Los Angeles, il Fulmine Vivente riflette sulla futilità dei suoi sforzi: contro tutte queste astronavi gli sforzi suoi e dei suoi amici non sono sufficienti. Possono fare qualche danno, forse abbatterne qualcuna, ma ne rimangono sempre troppe. Perfino il potere magnetico di Polaris non può tenerle a bada tutte ed anche l’intervento dei militari non potrà far molto. Forse nemmeno le armi nucleari potrebbero fermare gli Z’Nox. E allora perché combattere? Ci sarebbero parole altisonanti per dirlo, grandi discorsi impegnativi, parole dette da grandi uomini nel corso della storia, ma il succo di tutto quanto è una parola sola: libertà. Miguel Santos e la sua famiglia sono emigrati dal natio Messico per un solo motivo: volevano costruirsi una vita migliore. Le cose non sono andate sempre bene: le strade non erano lastricate d’oro, il lavoro non era né a portata di mano, né il guadagno era così alto come speravano. Per quanto riguarda la famiglia: suo padre si era impegolato con un’organizzazione terroristica ed è morto quando la loro sede è saltata in aria,[11] sua sorella è stata uccisa perché si trovava in mezzo ad una guerra tra gang di strada, suo fratello è in carcere perché apparteneva ad una di quelle bande e sua madre si spacca la schiena ogni giorno come infermiera tra turni di lavoro massacranti, straordinari e lavori extra. E lui? Non sa neppure se può ancora chiamarsi umano: ormai è solo un essere di energia elettrica a cui  solo una tuta di contenimento consente di assumere aspetto e consistenza umane e finora i tentativi di invertire la sua condizione non sono serviti a niente. Più volte la fede di Miguel in un futuro migliore è stata messa a dura prova, ma contro tutta l’evidenza lui rifiuta di arrendersi ed anche se non l’ammetterebbe mai nemmeno con se stesso è questo e non i suoi poteri a dimostrare che ha la tempra dell’eroe.

            I suoi più cupi pensieri sono accantonati mentre come una saetta passa tra le astronavi e colpisce con le sue scariche elettriche. Forse non vincerà questa battaglia, ma in nome di sua madre, di sua sorella e di suo fratello non si arrenderà… mai.

 

            Greer Nelson si tocca l’amuleto che porta appeso al collo. Non sa perché l’ha indossato: è stato gesto istintivo, quasi non si è resa conto di averlo preso dal cassetto del comodino e di averlo indossato come s’indossa una comune collana, non finché stamattina Wanda non glielo ha fatto notare. Sul momento non sapeva cosa risponderle ed ha detto solamente: “Senza il mio amuleto mi sentirei nuda".

            La verità è che non sa nemmeno lei cosa le sta succedendo: una volta era convinta di voler essere un’eroina quale che fosse il prezzo da pagare, ma adesso… è come se essere Tigra fosse una droga e lei fosse in crisi d’astinenza e c’è qualcosa di sbagliato in questo, lo sa, ma non riesce a capire cosa. Per questo, nonostante senta l’amuleto risplendere sotto i vestiti e ne senta il tocco sempre più caldo sulla pelle, resiste all’impulso di divenire Tigra perfino mentre un gruppo di alieni atterra non lontano da lei sulla Rodeo Drive, dove si trovava per fare un po’ di shopping e rilassarsi quando l’invasione è iniziata.

            Il suo allenamento o forse quei poteri innati che credeva di aver perso e che avevano fatto di lei la Donna Gatto le hanno permesso di fronteggiare una pattuglia di Z’Nox ed uscirne incolume, riuscendo ad impadronirsi perfino di una delle loro armi, proteggendo così un gruppetto di clienti e commesse di un negozio. Poi c’era stato un momento di calma, sembrava che i nemici si fossero ritirati e che si potesse tirare un sospiro di sollievo. Questo, ovviamente, era prima che comparisse una specie di lucertolone gigante con tanto di scaglie sulla testa e la schiena ed un ruggito da far sembrare un leone un tenero gattino,

Ancora Greer resiste all’impulso di diventare Tigra e molto lontano da lì, eppure più vicino di quanto si possa credere, qualcuno reagisce con un gesto di stizza e frustrazione.

 

 

6.

 

 

            Il motivo per cui Starfox si è unito ai Vendicatori è molto semplice: sete d’avventura. Eros di Titano di avventure ne ha avute parecchie nel corso della sua vita molto lunga per gli standard terrestri: ha viaggiato per le galassie e visto cose che sfidano la più selvaggia immaginazione, ha amato le donne più belle dell’universo conosciuto, ha visto palazzi scintillanti e suburbi fetidi ogni oltre dire, eppure tutto era senza scopo a parte la soddisfazione dei sensi. Il piacere è stato la sua guida per così tanto tempo che alla fine il gusto per la sensualità è la sola cosa che tutti ricordano di lui e nemmeno lui stesso sa se c’è un altro Eros sotto quell’apparenza o se l’apparenza è tutto quello che è rimasto di lui.

            Normalmente queste domande esistenziali non lo turbano più di tanto, c’è sempre qualcos’altro da fare: una nuova donna da conquistare o, come in questo caso, un nemico da sconfiggere. Contro le astronavi  i suoi poteri non sono stati poi così efficaci, ma contro i loro occupanti… ha provato ad usare su di loro il suo potere sui centri del piacere solo per scoprire che la cosa che li soddisfaceva di più era proprio ciò che stavano facendo. Come li aveva definiti la bella Lorna Dane? Senza pietà e senza compassione e mai definizione fu più azzeccata. Normalmente Starfox sottoscrive il detto di quel saggio terrestre per cui la violenza è l’ultimo rifugio degli incompetenti, ma in questo caso non c’è altro modo di agire e tuffandosi contro gli Z’Nox sbarcati dalle astronavi Eros teme di scoprire che suo fratello Thanos il pazzo potrebbe aver ragione: c’è poesia anche nella violenza.

 

            È la prima volta che Aracne usa la sua tela psionica da quando si è scontrata con Alkhema. La testa le fa male, ma riesce a resistere ed a fare quel che deve contro gli avversari. Deve farlo per Rachel: non osa pensare a sua figlia morta o schiava di quelle creature. Lotterà per lei come ha sempre fatto in tutta la sua vita.

 

            Il suo nome è She-Hulk, supereroina, avvocato e soprattutto una donna che ama divertirsi, ma che ora non è affatto divertita. Non sa che la creatura davanti a lei è uno di quelli che tanto tempo fa l’Uomo Ghiaccio chiamò “il cane da guardia degli Z’Nox”. A dire il vero, più che ad un cane somiglia ad un’iguana grossa quanto un triceratopo, ma questo non importa a Jennifer, perché la cosa importante per lei è che quest’essere sta minacciando dei civili inermi, tra cui la sua amica Greer Nelson, e tanto le basta.

-Levati dai piedi, borsetta troppo cresciuta.- gli intima.

            La bestia aliena si rivolta contro di lei, ma Jen la colpisce con i suoi pugni più forti, poi la afferra e fa un balzo sollevandola in aria e lanciandola verso l’oceano. Un secondo balzo la riporta indietro e mentre sta atterrando vede qualcosa che attira la sua attenzione: un gigante verde molto familiare che sta procedendo a balzi verso la sua direzione. Molto interessante.

            I due poderosi esseri atterrano l’uno di fronte all’altra ed è She Hulk la prima a parlare:

-Beh, cugino, mi fa piacere vederti nella tua forma migliore.-

 

 

7.

 

 

            L’incredibile Hulk, nella sua forma chiamata “Professore” si concede un sorriso.

-Beh anche tu non sei niente male Jen.- le risponde.

-Non ti vedevo più dalla fine del tuo processo, cosa ti ha portato a Los Angeles?-[12]

-Piacerebbe tanto saperlo anche a me.- dice improvvisamente una voce ben nota ad entrambi.

            Lo Sceriffo Morris Walters, padre di She-Hulk e zio del gigante verde che le sta a fianco, li osserva stando a gambe larghe e con le mani ai fianchi, per nulla intimorito, o almeno così sembra, dall’essere il più basso del gruppetto e dal fatto che entrambi i suoi parenti, se lo volessero, potrebbero spezzarlo in due senza problemi.

-Oh ciao papà- dice Jennifer –Che piacere vederti.-

-Si, ci scommetto e scommetto che lo pensa anche tuo cugino. Non sei un po’ lontano dal New Mexico, Bruce?-

            Mentre Morris sta parlando, Hulk subisce una trasformazione, diventando più basso e tozzo, ma soprattutto grigio.

-Ti interessa davvero tanto, vecchio?- gli dice sprezzante.

-Non azzardarti a chiamarmi vecchio un’altra volta, ragazzo.- replica lo sceriffo puntandogli l’indice sotto il naso.

-Ok…. Tu non chiamarmi Bruce ed io non ti chiamerò vecchio… vecchio.-

            She-Hulk ha osservato tutta la scena reprimendo una risatina. A questo punto, però, decide di intervenire:

-Scusate se disturbo il vostro show, ma se non sbaglio ci sarebbe ancora un’invasione aliena di cui occuparsi.-

-Non chiedo di meglio che menare le mani, pupa.- replica “Joe Fixit” –Tu fai strada ed io ti vengo dietro. Sei il benvenuto anche tu vecc… volevo dire Morris.-

            Morris vorrebbe rispondere a tono, invece si blocca e dice:

-È una mia impressione o adesso c’è un silenzio quasi innaturale?-

-Hai ragione, papà.- risponde Jennifer –nIente astronavi o rumori di lotta o grida, ma che sta succedendo?-

            Quasi in risposta, un’autopattuglia con le insegne dello Sceriffo si ferma davanti ai tre e ne scende uno degli aiutanti.

-Sceriffo, la stavo cercando per… Ulp!-

Nel vedersi di fronte She-Hulk e soprattutto la massiccia ed alquanto minacciosa figura dell’Hulk grigio con le labbra stirate in sogghigno poco rassicurante, il Vice Sceriffo si blocca.

Àvanti Colby…- lo esorta Walters -… se hai qualcosa da dire, dilla!-

-Gli alieni… sono caduti come… beh come mosche. È accaduto in tutta la Contea… quelli che erano sbarcati sono crollati come se avessero avuto una sincope o qualcosa di simile e le loro astronavi si sono schiantate nell’oceano. I pochi a cui non è accaduto si stanno arrendendo.-

-Che mi venga…- esclama Morris –Sembra che sia finita. Qualcuno di voi supertizi sa per caso cosa sia accaduto?-

            La risposta è uno scuotere perplesso di teste.

 

            Dall’altra parte del continente una ragazza che non è esattamente di questo mondo, sviene dopo aver rilasciato un colpo d’energia mistica che ha annientato non meno del 90% degli Z’Nox.

 

            Mezz’ora dopo i Vendicatori Ovest rientrano al loro Quartier Generale assieme a Hulk ancora nelle vesti di Joe Fixit.

            Ramon Delgado, il capo del personale, mantiene una flemma poco latina.

È un piacere rivedervi sani e salvi Señores. Il telegiornale ha detto che gli alieni sono stati sconfitti in tutto il mondo.-

-Così pare, Ramon.- risponde She-Hulk –Ci sono altre novità?

-Non direi. Vediamo: beh, c’è stato un tentativo di assalto da parte di quegli alieni, ma la Señora Scarlet si è risvegliata e li ha sistemati, almeno credo. Ora è in sala riunioni, degli alieni, invece, ahimè è rimasta solo la cenere-

-Scarlet li avrebbe uccisi? – esclama Lorna Dane –Per quel che la conosco, non è affatto da lei.-

-Non so cosa risponderle. Sinceramente.-

-E mia figlia?- chiede Julia Carpenter.

-La Señorita Rachel sta prendendo un gelato in cucina e le suggerirei, Señora Aracne, di raggiungerla appena può. Se posso permettermi, la vedo abbastanza pallida.-

            Fixit lo guarda fisso e gli si rivolge:

-Sei sicuro di non essere Antonio Banderas che recita la parte di Jarvis?-

            Prima che Ramon possa rispondere, le communicard dei membri del gruppo si mettono a vibrare.

-Ahi, ahi, una comunicazione urgente.- commenta She-Hulk -Altri guai in vista, ci scommetto.-

-Andiamo subito nella sala riunioni.- esorta D-Man.

            Un paio di minuti e sono tutti nella sala riunioni, dove trovano una stanca Scarlet.

-Tutto bene Wanda?-le chiede She-Hulk.-

-Certo.- risponde Scarlet –Non devi preoccuparti Jen.-

            Non me la racconti giusta, amica mia, pensa tra se She-Hulk, ti sta succedendo qualcosa e forse nemmeno tu sai cosa. E se devo giudicare dagli sguardi dei miei compagni, direi che la pensano come me.

-Iron Man vuole parlare a tutti, subito.- dice intanto Wanda e Jen annuisce, ci sarà tempo più tardi per le domande.

            Poco dopo il monitor della sala è acceso e su di esso compare l’immagine di Iron Man.

-Ok, Testa di ferro…- gli si rivolge Hulk -… non perdere tempo e dacci le brutte notizie.-

<<Brusco come sempre Hulk o devo chiamarti Joe Fixit?>> gli risponde il Vendicatore Dorato <<In ogni caso hai ragione: anche se gli Z’Nox sono stati sconfitti, ci sono davvero brutte notizie. Vi darò i dettagli in seguito. Per ora vi basti sapere che c’è bisogno di tutti voi qui a New York e senza indugio.>>

 

 

CONTINUA SU IRON MAN ANNUAL #1

 

 

APPENDICE

 

 

THE OFFICIAL HANDBOOK OF THE MIT UNIVERSE:
VENDICATORI COSTA OVEST
di CARLO MONNI

 

Chi sono i Vendicatori Costa Ovest? I Vendicatori Costa Ovest (d’ora in avanti VCO) sono una filiale dei Vendicatori con base in California. Tecnicamente esiste un solo gruppo di Vendicatori ed il solo  requisito per far parte di una o dell’altra sezione dipende esclusivamente dal luogo in cui si trova uno dei membri. Il leader della sezione è scelto dai membri in carica. L’attuale leader è Calabrone, il vice leader è She-Hulk.

 

Attuali componenti: Aracne (Julia Carpenter), Calabrone (Henry Pym), Demolition Man “D-Man” (Dennis Dumphy), Fulmine Vivente (Miguel Santos), Polaris (Lorna Dane), She-Hulk (Jennifer Walters), Starfox (Eros di Titano), Tigra (Greer Nelson).

 

Personale di servizio: è composto da nove persone. Per la precisione troviamo: un maggiordomo, Ramon Delgado, una capo cameriera, Consuelo Martinez Delgado, due cameriere, Lita e Maria, un giardiniere capo, Joaquin Gutierrez, due giardinieri, Pepe e Yolanda, una cuoca, la signora Emily Heyges, un meccanico, Jorge Latham.

 

La base dei Vendicatori Costa Ovest: è una tenuta di 15 acri (6,075 ettari) costruita nel 1921 ed ora di proprietà della Fondazione Maria Stark, situata al 1800 di Palos Verdes Drive, nella Penisola di Palos Verdes, nella costa meridionale della Contea di Los Angeles, quasi a metà strada dalle cittadine di Palos Verdes Estates e Rancho Palos Verdes. Nella tenuta troviamo: una villa padronale in stile cosiddetto neomediterraneo composta da due piani, una cantina e due piani sotterranei, che funge da sede principale del gruppo, un hangar per i quinjet, collegato all’edificio principale da un tunnel sotterraneo, un edificio più piccolo che funge da alloggio per il personale di servizio e due bungalow più addentro nella tenuta per gli ospiti che desiderano una maggiore privacy.

 

Prima apparizione MIT: Vendicatori della Costa Ovest #½.

 

Storia: I Vendicatori della Costa Ovest sono stati rifondati per iniziativa di Ethan J. Quinn, un membro dello staff della Casa Bianca, e da Henry Peter Gyrich nell’ambito di un programma per avere un supergruppo alle dirette dipendenze dl Governo ed al tempo stesso sfruttarne l’immagine pubblica a livello pubblicitario. Nonostante il reclutamento di alcuni ex Vendicatori tra i membri, sono nati subito contrasti con il gruppo principale. Alla fine il Governo ha abbandonato la sua sponsorizzazione ed il gruppo è rientrato pienamente nei ranghi dei Vendicatori in cui ora è pienamente integrato. Dopo un primo periodo passato a combattere minacce alquanto bizzarre, il gruppo ha affrontato più recentemente alcuni classici nemici dei Vendicatori. Com’è tradizione dei Vendicatori ci sono stati alcuni cambiamenti di formazione ed altri ve ne saranno in futuro, un futuro che speriamo luminoso per tutti coloro che portano il nome di Vendicatori.

 

Numeri significativi:  Henry Peter Gyrich rifonda i Vendicatori della Costa Ovest (VCO #½.);

i Vendicatori Costa Ovest si distaccano dal Governo USA (VCO #7);

Henry Pym abbandona l’identità di Giant Man e riassume l’identità di Calabrone, Greer Nelson, ex Tigra, si unisce al gruppo (VCO #9);

Ritornano Alkhema e Ultron (VCO #11)

Polaris scopre di essere figlia di Magneto (VCO #13).

 

 

NOTE DELL’AUTORE.

 

 

            E così eccoci giunti al termine di questa storia che s’inserisce nella sequenza di storie più o meno parallele a quanto narrato su Vendicatori #66, che v’invito, ovviamente, caldamente a leggere. Ed ora un po’ di appunti:

1)       la prima sequenza di Scarlet nell’ambulatorio e quella degli Iron Men nello spazio sono riprese quasi parola per parola dalle identiche scene rispettivamente di Vendicatori #63 e #65 con alcune aggiunte mie.

2)       La sequenza di Scarlet e degli Z’Nox è interamente opera di Fabio Volino a cui va il mio più sentito ringraziamento.

3)       Le informazioni sugli Z’Nox e sul suo pianeta vagante sono estratte, ovviamente, dalla loro unica precedente apparizione in X-Men #65 del febbraio 1970.

4)       Nota di Continuity: gli eventi di questa storia sono paralleli a quanto narrato su Vendicatori #63/66 e si svolgono prima di Vendicatori Costa Ovest #13 e X-Men #20, dove Lorna ha appreso di essere figlia di Magneto e sorellastra di Quicksilver e Scarlet.

E con questo abbiamo terminato. Non mi resta che darvi appuntamento ad Iron Man Annual #1 per seguire un altro punto di vista sull’invasione Z’Nox  Per quanto riguarda i Vendicatori Costa Ovest, continuate a seguire le loro avventure, mi raccomando. -_^

 

 

Carlo



[1] Come visto su Vendicatori #63.

[2] Ovvero nell’episodio #9

[3] Non piove mai nel sud della California, non lo sapete? -_^

[4] Henry Pym era a New York per partecipare ai tentativi di rianimare Deathlok e ricostruire il corpo di Jocasta ed ora si trova coinvolto nell’affare Oort assieme ai colleghi della Sezione Est.

[5] Potete crederci: avvenne su (Uncanny) X-Men #65 (Capitan America, Corno, #69 e X-Men Anni d’oro #13).

[6] Nell’episodio #12.

[7] Verissimo: potete controllare su Hulk #15.

[8] Vi ricordiamo che questa saga precede di pochissimo il ritorno di Havok e la rifondazione di WorldWatch, il supergruppo dell’ONU.

[9] Il football americano, ovviamente.

[10] Ovvero sul citato Vendicatori #63

[11] La legione del Fulmine Vivente su Tales To Astonish #99 (Uomo Ragno, Corno #93).

[12] Voi potete scoprilo leggendo Hulk #15.